Gli abitanti originari di El Hierro, i bimbache, usavano chiamarla Hero oppure Esero.
Questo popolo di provenienza nordafricana viveva in totale armonia e simbiosi con la sorprendente natura circostante, tra pesca, agricoltura e caccia. Tracce della loro cultura sono ancora oggi presenti nelle grotte che venivano allora usate come abitazioni: numerosissime le incisioni; particolarmente interessanti quelle presenti a El Julán.
Nel XV secolo arrivarono i conquistadores che in breve tempo riuscirono ad integrarsi a coloro che erano riusciti a salvarsi dalla malattia e dalla deportazione di schiavi. L’invasione europea comportò ovviamente un importante aumento della popolazione per cui fu necessario distruggere parte della vegetazione locale con lo scopo di ricavare terreni coltivabili.
Con il XX secolo buona parte della popolazione si vide costretta a lasciare la propria terra in cerca di un’occupazione e per potersi quindi costruire un futuro.
Oggi questo gioiello naturale che pare vivere su di un mare di lava sepolta (sono circa 500 i coni vulcanici presenti sull’isola) è protetto dall’UNESCO, ma malgrado il ritorno in patria di molti avvenuto negli ultimi decenni, i più giovani si vedono ancora costretti a partire per ragioni di studio o per trovare maggiori opportunità di lavoro.